Cosa vuol dire avere i “piedi piatti”? Esiste un modo per curare questa patologia?
Certo! Anche questa volta l'utilizzo di plantari su misura può risolvere l'annoso problema.
I piedi piatti sono un'anomalia in cui risulta alterata l'anatomia del piede, con una riduzione dell'arco plantare e il conseguente aumento della superficie d'appoggio del piede.
Detta così, non sembra una patologia pericolosa, ma trascurata per molto tempo può portare a forti dolori cronici, può danneggiare la postura o determinare una notevole limitazione funzionale.
La patologia del piede piatto presenta tre gradi di gravità, in base alla superficie d'appoggio compromessa e quindi alla porzione di arco plantare che presenta il piede.
Il primo grado, il meno grave, si evidenzia semplicemente con una leggera riduzione dell'arco.
Il secondo grado, intermedio, in cui l'arco plantare è assente.
Il terzo grado, molto serio, è quello in cui il piede ha un appoggio interno più evidenziato rispetto al perimetro del piede: forma una sorta di arco al contrario.
Quest'ultimo caso ovviamente è il più pericoloso perchè porta facilmente a forti dolori e lla compromissione della postura e dell'andatura.
Il collasso della volta plantare può essere congenito (piede piatto nel bambino) o acquisito (piede piatto nell'adulto).
Il piede piatto nell'adulto è difficilmente diagnosticabile perchè spesso asintomatico – e quindi sottovalutato – e viene diagnosticato quando provoca dolore, diminuendo la possibilità di una cura tempestiva.
La terapia più efficace per correggere la deformità del piede piatto è quindi ortesica, cioè tramite l'utilizzo di plantari correttivi. Attraverso l'utilizzo di questi ultimi e tramite la terapia del “follow up” - cioè attraverso controlli periodici successivi all'utilizzo dei plantari - il disturbo può facilmente diminuire: la percentuale di risultati positivi supera il 90%!
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27/02/2014