Riprendiamo la nostra discussione con Violetta Corazza la quale ci racconta delle intuizioni di suo padre Dino nell'ambito dell'ortesi.
“Ma la portata innovativa di questa idea non si esaurì perché con gli anni questi plantari vennero proposti - man mano che l’innovazione tecnologica avanzava - in nuovi materiali, plantari termoformabili e plantari in lattice, che andarono ad affiancare i tradizionali cuoio e sughero.
Siamo negli anni 80 e il lattice, in particolare, si dimostrò molto promettente con interessanti risvolti applicativi in ambito ortopedico per la sua morbidezza ed elasticità. Ancora una volta mio padre intuì la portata di questa svolta e decise di sviluppare dei plantari in questo materiale e produrre direttamente in azienda il lattice necessario. Acquistare la formula fu oneroso ma necessario per ottenere le migliori performance da questo materiaIe”.
“Il lattice che oggi produciamo”, spiega Violetta Corazza, “ha caratteristiche uniche per morbidezza, elasticità ed anallergicità, tanto che per le sue performance è impiegato anche in chirurgia vascolare su pazienti che hanno subito lo stripping della safena. Studi dimostrano che l’applicazione di pressori ottenuti dal nostro lattice favorisce la rimarginazione e a cicatrizzazione della ferita.
Lavorando con il nostro lattice, iI tecnico ortopedico si accorgerà della sua elevata qualità perché, diversamente da altri lattici in commercio, non teme l’azione dello smeriglio, non si sfalda quando sarà necessario apportare le opportune correzioni al piantare.
Ma anche il paziente stesso potrà apprezzare le sue caratteristiche uniche indossandolo: in particolare, l’elasticità, una sorta di “memoria” che gli consente di ritornare al suo spessore originale, appena è venuto meno il carico pressorio.”
Corazza propone un catalogo di prodotti sempre più ampio a partire dai plantari semilavorati in cuoio, sughero, lattice e in materiale termoformabile.